mercoledì 24 settembre 2008

Isola dei famosi. Secondo atto: La noia che tracima.

(Insy Loan) Ormai c’è poco da dire sull’Isola dei famosi che non abbia detto o copiato da altri commentatori, un po’ perché la Ventura è sempre uguale a se stessa un po’ perché gli autori sono impegnati in un torneo si salti alla corda con il nuovo gioi stic della Wii di Nintendo e scrivono i testi per il programma durante le pause che si danno per andare in bagno e mangiare uno spuntino.
Ieri sera la Ventura era finalmente vestita con un abito davvero bello che, siccome di moda non ne capisco una ceppa, nonostante abbia le chiappe famose (e in quanto tale dovrei essere un esperto di fescion) , descriverò come: nero, sbrilluccicante e con un corpetto che imbavagliava le zinne di Simona che continuano ad avere due taglie di troppo persino rispetto a quelle della Lola, la mucca da latte della fattoria Granarolo.
Partiamo dal dramma della settimana.
Giuseppe Lago è in crisi. Se ne vuole andare e, siccome gli autori stanno sempre di là saltando la corda virtuale cantilenando: “mela, arancia, pesca, arancia, susina…”, non si è riusciti ad imbastire una storia plausibile per il suo abbandono. Non si sa se se ne va perché glielo ha chiesto in sogno Gesù o se perché ha lasciato aperto il gas in cucina.
Insomma Lago dice che vuole andare via perché non vuole soffrire, non ha più entusiasmo, non si sente se stesso.
Per farlo restare, come ormai da tre anni a questa parte, la Ventura le prova tutte: gli fa telefonare dal padre che lo implora di restare con una disperazione nella voce che non ho sentito neppure dai messaggi inviati dai passeggeri degli aerei che si stavano per schiantare sul pentagono l’11 settembre. Questo non basta allora Simona lo tranquillizza che anche la fidanzata vuole che resti e che è fiera di lui. Insomma sto Lago deve avere un forte problema d’alitosi o forse porta jella come un gatto nero perché anche Napoletano alla fine gli manda un sms implorandolo di restare lì sull’isola e di non tornare prima della 56° edizione dell’Isola.
La Ventura che ha la capacità di far cambiare idea ai concorrenti quanto un venditore di Bibbie in una moschea di Teran e parte con un monologo di 25 minuti cercando di fargli capire quanto arricchisca l’esperienza dell’isola, neppure stessero in un lebbrosario per bambini in India. Ma insomma, questo deve scegliere se tornare in Italia, dalla fidanzata (che so essere una ricca sfonda), a farsi i cazzi suoi tra discoteche e macchine dalla cilindrata di un sommergibile atomico statunitense o stare su uno sputo di sabbia, con i monsoni che ti scompigliano l’acconciatura alla Rodolfo Valentino, mangiando telline pescate da una trans insieme a uno che sono 20 anni che finge di essere un paragnosta e due bone sudamericane che tanto non gliela daranno mai. Ma ci vuole tanto a capirne le motivazioni?
Luca giurato come al solito interviene sempre come un rutto ad un battesimo. È sconclusionato e, a tratti, offensivo.
Ormai ho la certezza che è un ritardato mentale.
La Venier è elegante come sempre. Appena vede Megnini, ormai costretto ad ogni puntata a uscire dal mare dopo aver fatto il periplo del sud america tagliando per il canale di Panama per poi emergere con un costume da bagno di 2 taglie in meno che metterebbe in risalto anche un granello di sabbia, propone: “lasciate Magnani in costume tutta la puntata!”. E poi con un fazzoletto asciuga una misteriosa pozzanghera che si forma sulla sua sedia. La Ventura, un vero talento della recitazione, finge imbarazzo: “Ma no Mara ma come si fa”, quando è chiaro che fosse per lei lo metterebbe in costume da bagno anche se l’isola si spostasse sul pac della lapponia.
Partono in ordine sparso un po’ di diari della settimana in cui vediamo i famosi da una parte e quelli che ormai possiamo chiamare “le merde” (visto che la ventura li chiama “gente comune” ma con il tono con cui il mega direttore chiamava Fantizzi), cercare di accendere il fuoco con lo sfregare dei legnetti, delle pietre (che ovviamente non sono focaie), con le lenti di un paio di occhiale e frizionando le chiappe di Belen, ma senza risultato.
Ora, io non voglio fare il saputo, ma se ti dicono che devi andare su un isola dimenticata da dio e, tra un po’, pure dal pubblico italiano, ma vorrai informarti su quelle 3, 4 tecniche di sopravvivenza che tanto trovi pure sul manuale delle giovani marmotte?
Intanto in studio parenti ed amici dei concorrenti sono chiamati a dare delle motivazioni per giustificare perché i loro cari stiano lì a pescare il nulla, mangiando il niente, litigandosi un chi uei come fosseo l’ultima fiala d’antidoto contro un’epidemia dilagante d’ebola quando per ripararsi dalla pioggia basterebbe mettersi sotto le orecchie di Casella che sembrano le tettoie di un angar d’aerei.
Ciavarro sta prendendo punti ai miei occhi anche se resta un mistero come abbia fatto a stare 11 anni con Eleonora Giorgi che in studio gioca a fare la gattina, fastidiosamente egocentrica tant’è che alla domanda di Simona: “Com’è Massimo”, lei risponde: “si, sto lavorando a mille progetti”, ma tra questi non le sento dire di voler partecipare ad un percorso di cure psichiatriche per il recupero delle facoltà mentali.
Vladi ha 2 treccine fatte con liane al posto delle estenscion.
Per fortuna non è partito con i racconti sul parlamento e dichiara che nessuno dei compagni l’ha presa per il culo per il fatto di essere trans.
Visto che il programma è iniziato da gia 2 ore senza grosse volgarità, la Ventura riequilibra le cose dicendo che Vladimir comunque è il primo ad aver preso un pesce (strizzando l’occhio per timore che la battuta fosse troppo sottile per essere colta) e subito parte la canzona “Daje de tacco, daje de punta, quanto è bona la sora assunta”.
Basta co’ ‘ste battute sui pesci!!! La prossima edizione la facessero sul Cervino almeno con gli stambecchi le allusioni sarebbero ai cornuti e almeno si cambierebbe soggetto.
Anche la Vento mi inizia ad essere simpatica ma è una tale lagna: e la congiuntivite, e l’invidia delle ragazze, e la sabbia nel culo. Ascoltarla è come passare sotto la porta di San Pietro per il giubileo: sconti fino a 45000 anni di purgatorio.
Le due bone sudamericane sono troppo divertenti. Cattive e belle, sono il sogno erotico di tutti i ghei del mondo (non perché se le vorrebbero fare ma perché vorrebbero essere loro).
Pare si siano lamentate con la produzione per via dei tanga che a loro dire sono troppo castigati, protestando: “Aoh, e mica stiamo su Tele Maria Immacolata!!”.

La noia e il sonno sono insopportabili e solo ora capisco come mai al tg hanno detto che il consumo maggiore di cocaina si ha incredibilmente il lunedì sera dalle 9 a mezzanotte invece che nei uic end.
Anche la storia d’amore, presunta o reale, è ormai un cliscè ma pare stavolta sia vera quella tra Veridiana, ex velina bionda e Tumiotto, un nuotatore alto e bellissimo. In effetti strano che due così si sentano attratti reciprocamente. Va a capire a volte i misteri dell’amore.
Ma la cosa è inspiegabile per la Ventura che chiede opinioni agli atri naufraghi. Ma che ti devono dire?
Viene annunciato che da questa puntata Carlo, il bidello biondo, scalza Bin Laden dalla graduatoria delle persone più odiate del pianeta. In effetti, vedendo i suoi video della settimana, farebbe bestemmiare anche la Madonnna. La sua nemesi è Maria grazia, concorrente sicula alta come un accendino della bic ma un concentrato di perfidia ed esaurimento nervoso curato male.
All’eliminazione Flavia viene risparmiata ma è un concetto che capisce solo alla fine del tg di mezzanotte.
Il momento della spiegazione del gioco ricompensa è come al solito chiaro come le istruzioni per costruire in casa un motore a reazione usando solo un sichepil e una pila stilo della dudracel.
Vincono le merde umane che hanno l’immunità.
Le nominescion, sono un istigazione al suicidio. Possibile che il 7 edizioni ancora non abbiano pensato ad un modo più snello di farle? L’uomo ha inventato la ruota in un tempo inferiore di quello impiegato per fare i nomi dei candidati.
Vi lascio con quello che a mio parere è stato il momento cult.
La vento è sulla spiaggia e, povera anima, cerca di accendere il fuoco trivellando una noce di cocco con un punteruolo di legno.
Arriva Lago: “ma che fai? Guarda che così non si fa il fuoco”.
Vento: “guarda che lo’ho visto nel film Cast Auei!”.
Lago: “ma era un film…”, le fa con con tono commiserevole.
Vento, tutta inalberata: “Ma c’era Tom Encs!!”. Ah, beh, allora ha senso...

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