martedì 23 settembre 2008

Ballo delle debuttanti, che flop!

Rita dala Chiesa(Leggo) Per il secondo lunedì consecutivo la fiction proposta dalla Rai ha battuto "Il ballo delle debuttanti" condotto da Rita Dalla Chiesa su un format di Maria De Filippi che ha fortemente voluto il programma. "La stella della porta accanto" con Bianca Guaccero ha vinto la gara del prime time di ieri con il 22,47% di share e 5.374.000 spettatori, contro Canale 5 che, con il suo reality-show ha registrato il 15,56% (uno dei peggiori dati di sempre per l'ammiraglia di Mediaset) con 2.941.000 spettatori. Un vero e proprio crollo di ascolti, già bassini per la puntata pilota di lunedì scorso. Allora gli spettatori furono 3.256.000, per uno share del 18,38%. E a Mediaset già è iniziato il processo alla storica conduttrice di "Forum" (che peraltro va benissimo nel day-time con quasi due milioni di ascoltatori al giorno). Nei Forum impazzano i commenti sulla trasmissione che sembra solo una scopiazzatura di "Amici". Alla Dalla Chiesa viene rimproverata una generale mancanza di sprint, ma è sulla De Filippi che imperversa la tempesta.

STRISCIA IN DAY-TIME. Come ogni reality show anche 'Il Ballo delle debuttanti" avrà una striscia quotidiana, dal lunedì al venerdì alle ore 16.15. Una finestra aperta sulle vicende delle due squadre che si fronteggiano nel programma per aggiudicarsi il titolo di "Debuttante 2008": le «chic» e le «pop» avranno così l'opportunità di farsi meglio conoscere dal grande pubblico e spiegare le ragioni dei loro atteggiamenti e delle loro scelte.
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I tre punti del metodo De Filippi e l'universo omosessuale in tv.
"Il ballo delle debuttanti", poco avvincente dal punto di vista spettacolare ma molto da quello sociologico.

(Aldo Grasso - il Corriere della Sera) «Il ballo delle debuttanti», il nuovo reality voluto da Maria De Filippi e condotto da Rita Dalla Chiesa è poco avvincente dal punto di vista spettacolare ma molto interessante da quello sociologico. I prodi osservatori di costume, delusi dalla politica, ribadiranno così che la De Filippi è un periscopio che esplora la superficie della collettività (Canale 5, domenica, ore 21.25).

Seguendo la trasmissione, una specie di reality dove 12 ragazze di età compresa tra i 18 e i 23 anni «iniziano il loro percorso formativo per debuttare alla vita», ci sono infatti tre elementi che possono aiutarci a capire a che punto è l'identificazione fra tv e vita.

Il primo. Come ha già osservato brillantemente Walter Siti, la tv generalista italiana è dominata da un universo omosessuale: l'estetica, rappresentata da balli, vestiti, buone maniere, è qualcosa che assomiglia molto a una nuova affermazione di identità legata al gender, e modellata su un immaginario queer (qui persino troppo caricaturale, di maniera).

Il secondo. Molte trasmissioni sono una parodia della scuola: una strana istituzione dove vige un metodo d'insegnamento basato sulla lite continua: le ragazze chic contro le pop, gli insegnanti contro gli allievi, gli opinionisti (c'è persino Diaco con una sua giovane accompagnatrice) contro gli insegnati. Al fondo, si immagina sempre una preside vestita di pelle nera con la frusta in mano. Si cresce litigando, si matura scambiandosi ingiurie, si coltiva la rabbia e l'invidia come molle dell'elevazione sociale, né chic né pop.

Il terzo. Tutte le trasmissioni della De Filippi hanno uno strano fondo di pedagogia: il suo ideale di vita e di tv consiste nel traghettare la coatteria all'onor del mondo (da questo punto di vista il suo capolavoro è l'invenzione del tronista), di mascherare il greve (come una signorina deve leccare il gelato) con il galateo. Ancora una volta, il limite di ogni volgarità è solo una volgarità più grande.

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